Pubblicato su Io Gioco Pulito, inserto sportivo online de Il Fatto Quotidiano, in data 13/10/2016.
Siamo a Bodø, un comune di 47 mila abitanti situato nella Nord-Norge, regione nel nord della Norvegia. Una città di circa 47 mila abitanti in cui risiede una società calcistica, ovvero il Nordstranda IL. Una compagine, quella del fotball norvegese, che non ha mai goduto della grande fama nazionale e mondiale, disputando attualmente la Fourth Division, ovvero il quinto livello dei campionati di calcio nazionali. Fin qui sembra una storia del tutto normale.
Tutto normale almeno fin quando la televisione norvegese non si è accorta di loro, decidendo di creare una sorta di reality show con protagonisti i giocatori ed il loro istrionico allenatore: Ole Vidar Toftesund. Il mister ha infatti recentemente diffuso un bizzarro appello tramite la pagina Facebook ufficiale della trasmissione televisiva, denominata per l’appunto Tofte. Un messaggio che non è passato inosservato sia tra gli utenti del social network in cui inizia a raccontare la situazione della sua squadra sulle note di una musica melodrammatica e per mezzo di banner sfogliati secondo dopo secondo. «Sono allenatore da 30 anni», «ho allenato più di mille calciatori», «ma alcuni di loro sono davvero scarsi», «sono vecchi ed alcuni grassi» e così via.
Tutto inusuale ma apparentemente non così strano. Poi, ad un certo punto, l’allenatore norvegese dice di aver avuto un’idea: «in 20 anni il Nordstranda diventerà la miglior squadra al mondo». E come? La simpatica idea è quella di far mettere in cinta le mogli dei calciatori da campioni del calcio, tra i quali cita Zlatan Ibrahimović e Cristiano Ronaldo tra i contemporanei, Paul Gascoigne tra gli ex giocatori. Conclude il messaggio chiedendo di metterlo in contatto con loro in caso qualche spettatore abbia modo di raggiungerli.
Una domanda sorge spontanea. Come mai Toftesund ha nominato Zlatan e Ronaldo ma non Lionel Messi? Sulla scia ironica di questo appello video, indaghiamo adesso sul rapporto tra la stella argentina e la Norvegia. Un rapporto, quello tra Leo e lo stato scandinavo, che è stato caratterizzato da pochi momenti di gloria e momenti di grande sofferenza.
Il primo contatto fu devastante. Siamo agli ottavi di finale della Champions League 2006/07, in cui il Barcellona di Frank Rijkaard affronta il Liverpool di Rafael Benítez. All’andata i Reds espugnano il Camp Nou con le reti di Craig Bellamy e John Arne Riise, terzino primatista per quanto riguarda le presenze nella Norges herrelandslag i fotball, ovvero la nazionale norvegese. Inutili furono i goal di Deco in Catalogna e la vittoria ad Anfield Road per 0-1 nella gara di ritorno grazie alla rete dell’islandese Eiður Guðjohnsen.
Il secondo incontro non fu migliore. Il fantasista argentino, infatti, giunto alla sua 21esima presenza con la camiseta della Selección argentina, venne sconfitto sotto la guida di Alfio Basile contro la modesta Norvegia di Åge Hareide all’Ullevaal Stadion di Oslo (2-1) davanti a 24 mila persone. Una sconfitta pesante causata dalla doppietta di John Carew, quarto miglior marcatore nella nazionale norvegese. Messi in campo per 90 minuti con lo stesso Riise sul manto erboso, in una partita in cui il goal di Maxi Rodríguez negli ultimi dieci minuti risultò inutile ai fini del risultato. Non male anche il contatto indiretto nella Champions League 2007/08, in cui l’ultimo Barça di Rijkaard venne eliminato in semifinale dal Manchester United di Alex Ferguson durante l’ultima stagione con i Red Devils di Ole Gunnar Solskjær, una leggenda del calcio norvegese nonché quinto miglior marcatore. Bomber che, tuttavia, non fu convocato per la doppia sfida.
La vendetta della Pulce arrivò nel 2013, nello stesso stadio di Oslo. All’Ullevaal Stadion andava in scena un’amichevole tra il Barcellona del nuovo allenatore Tata Martino ed il Vålerenga. Partita terminata con una roboante vittoria dei Blaugrana con il risultato di 7-0, grazie anche alla rete di Messi. Infine, da ricordare anche una stella nascente del calcio norvegese e del calcio mondiale stesso è stata definita come l’erede del campione argentino. Trattasi di Martin Ødegaard, fantasista classe ’98 che dal suo Strømsgodset ha scelto tuttavia di trasferirsi ai rivali di sempre del Real Madrid, per crescere nel Real Madrid Castilla, la squadra B dei madridisti.
Sembrava un rapporto recuperato quello tra Messi e la Norvegia. Sembrava, per l’appunto.