Quale sarebbe la nazionale dell’Impero Romano se fosse ancora in vita? Ecco a voi la Roman XI

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© Edited by MATTEO CALAUTTI
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Pubblicato su Io Gioco Pulito, inserto sportivo online de Il Fatto Quotidiano, in data 16/12/2016.

Voliamo con la fantasia. Lo facciamo continuamente quanto immaginiamo squadre sportive con un “se” davanti tanto pittoresco quanto enigmatico. Se la Jugoslavia non si fosse disciolta quale sarebbe oggi la sua squadra nazionale? E per quanto riguarda l’Unione Sovietica? Ecco oggi il viaggio è più fantasioso e suggestivo del solito. Supponiamo che nel 2016 l’Impero Romano non si sia ancora dissolto, avendo mantenuto tutt’oggi la sua massima estensione territoriale, ottenuta sotto Traiano, ovvero l’Optimus princeps. Da chi sarebbe composta la Grex Romanorum e quale il suo exercitator? In altre parole, da chi sarebbe composta la “Squadra dei Romani” e quale sarebbe il suo “allenatore”? Andiamo quindi a scoprire la natura della Roman XI, la prima selezione calcistica latina della storia.

Cominciamo dal Sud dell’Impero Romano, composto per lo più tra tre macro regioni: Mauritania, Africa Proconsolare ed Egitto. L’appendice africana dei Latini, affacciata sul Mediterraneo ed estesa su per giù dal Marocco all’Egitto, regala alla grex dell’Impero alcuni pezzi da novanta imprescindibili nella sua formazione tipo. Per quanto riguarda la Mauritania, i giocatori di maggior spicco sono nati tra Francia e Belgio, pur avendo chiare origini africane. È il caso per esempio del marocchino Medhi Benatia, uno dei tre difensori titolari della formazione titolare. Oppure ancora degli altri marocchini Omar El Kaddouri e Youssef El-Arabi, rispettivamente fantasista del Napoli ed attaccante dei qatarioti del Lekhwiya, con un importante passato al Granada. Ma non è finita, in quanto l’Algeria regalerebbe un secondo pezzo da novanta come Riyad Mahrez, fantasista altamente tecnico protagonista del trionfo del Leicester durante la passata stagione e trequartista della nostra Roman XI. Ma non sarebbero gli unici algerini da considerare, in quanto il centrocampista offensivo Yacine Brahimi e l’ala Sofiane Feghouli costituirebbero dei validi rincalzi a partita in corso. L’unico mauritano DOC, nativo di Algeri, sarebbe Islam Slimani, attaccante del Leicester e compagno di Mahrez sia nella grex sia nella nazionale.

Procedendo verso est ci imbatteremmo in un leggero impoverimento tecnico. Tra Africa Proconsolare e Cirenaica il giocatore più meritevole sarebbe il tunisino Aymen Abdennour, difensore acquistato nel 2015 dal Valencia per una cifra intorno ai trenta milioni, capace sicuramente di inorgoglire i tifosi provenienti da Cartagine. Gli altri due proconsolari d’Occidente, invece, potrebbero essere Aymen Mathlouthi e Amine Chermiti, rispettivamente storico portiere dell’Étoile du Sahel ed attaccante del Gazélec Ajaccio. Molto più povera la Cirenaica, situata grosso modo nell’odierna Libia, la terra della metropoli Leptis Magna, capace di sfornare il solo Ahmed Saad Osman, attaccante nativo di Bengasi e con un passato al Celta Vigo tra il 2009 ed il 2012. Quando giungiamo in Egitto, la terra della più ricca biblioteca del mondo antico, ovvero quella Alessandria, la situazione si fa invece più calda. È sulle rive del Nilo, più precisamente a Basyoun, che nacque l’esterno destro della nostra Roman XI: quel Mohamed Salah profeta in patria quanto in giro per l’Impero. Nota di merito anche per Ahmed Elmohamady, attuale centrocampista dell’Hull City.

Spostiamoci adesso tra il Medio Oriente, la Mesopotamia e la Penisola Anatolica. Questa, forse, rappresenta la fucina di talenti meno utile alla Romanorum Grex nonostante la presenza dell’importante città di Antiochia, probabilmente a causa della continua minaccia dei Parti, i più acerrimi rivali dell’Impero. La zona dell’odierna Israele regalerebbe alla squadra due centrocampisti come Beram Kayal e Eran Zahavi, rispettivamente in forza al Brighton ed al Guangzhou R&F. Ma è nella penisola anatolica, di fronte ad una metropoli come Costantinopoli, che il livello tecnico si alzerebbe, sempre nella zona mediana del campo. Nuri Şahin e Hakan Çalhanoğlu garantirebbero esperienza internazionale grazie alla loro infanzia in terra barbara, mentre Arda Turan sfodererebbe il suo dinamismo a centrocampo a partita in corso nella Roman XI.

Passiamo quindi alla Penisola Iberica, vero e proprio serbatoio di talenti. Da dove iniziare? La penisola regalerebbe due pedine fondamentali nello scacchiere tattico dell’exercitator (a proposito: chi sarà?). Trattasi di Cristiano Ronaldo e di Sergio Ramos, rispettivamente nel ruolo di esterno sinistro offensivo e di centrale sinistro nella difesa a tre romana. Sicuramente desterebbero scalpore le origini dell’asso portoghese e dell’attaccante ispanico Diego Costa: se il primo era nato oltre le Colonne d’Ercole, cosa dire invece di un bomber nato in una terra ancora sconosciuta come l’America? Ad ogni modo, se la “Spagna Occidentale” può garantire giocatori del calibro di Pepe, André Gomes, João Moutinho, Nani e Quaresma, la “Spagna Orientale” della regione potrebbe vantare athletae del calibro di David de Gea, Gerard Piqué, Sergio Busquets, Álvaro Morata, Juan Mata, Fernando Torres e soprattutto del magus Iniesta, solo per citarne alcuni.

«Timeo danaos et dona ferentes» diceva Virgilio, ovvero «temo i greci quando portano doni». Un dono che sicuramente i maestri ellenici potrebbero portare in dote alla Roman XI sarebbe Sōkratīs Papastathopoulos, difensore centrale di destra prorompente con le sue uscite palla al piede e titolare nella selezione imperiale. Prontamente sostituito, in caso di necessità, da Vasilīs Torosidīs e Kōstas Manōlas, l’uno più agile l’altro più arcigno a seconda delle necessità dell’exercitator. Non bisogna mai dimenticarsi dell’attaccante Kōstas Mītroglou, autentico belli vir sempre pronto nella panchina romana. La situazione diviene più arida se ci spostiamo nelle regioni balcaniche tra Macedonia, Dacia e Tracia. Il sapiens Goran Pandev rappresenterebbe la ciliegina sulla torta per i macedoni, potendo mettere a supporto della Romanorum Grex la sua esperienza in campo imperiale.

Discorso diverso per la Mesia e per l’Illirico, grosso modo le odierne Serbia, Croazia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina. Per quanto riguarda la prima regione l’apporto sarebbe solido difensivamente con i vari Aleksandar Kolarov, Branislav Ivanović e Matija Nastasić, reduci da grandi esperienze in terra britannica, mentre il centrocampista Nemanja Matić potrebbe costituire l’autentico asso nella manica dell’exercitator con il suo equilibrio alla manovra e la sua fisicità. Importante anche l’apporto dell’Illirico Meridionale, con un sapiens come Mirko Vučinić, un fantasista come Stevan Jovetić ed un patriae defensor come Stefan Savić. Illuminante, invece, la fucina di talenti che garantirebbe l’Illirico Centrale e Settentrionale. Primo su tutti il metronomo della Roman XI, ovvero quel Luka Modrić autentico faro del centrocampo romano. Le sue riserve sarebbero sicuramente Mateo Kovačić e Miralem Pjanić, messisi in luce durante le loro esperienze italiche. Importante anche l’apporto di talenti sulla trequarti, con i vari Ivan Perišić, Ivan Rakitić e Marcelo Brozović, perfetti ispiratori di tre “pennelloni” come Edin Džeko, Mario Mandžukić e Nikola Kalinić.

Sarebbero fuori dalla Romanorum Grex i due giocatori più rappresentativi di Ungheria e Repubblica Ceca, ovvero Balázs Dzsudzsák e Tomáš Rosický. Se il primo è nato a Debrecen, di poco fuori rispetto all’antica Pannonia, il secondo è nativo di Praga, di gran lunga fuori rispetto ai confini imperiali. Di tutt’altro spessore sarebbe invece l’apporto delle regioni a cavallo di Germania, Norico, Rezia e Gallia, ovvero le attuali Svizzera ed Austria. Si passa infatti dai difensori David Alaba, Christian Fuchs e Stephan Lichtsteiner ai centrocampisti Blerim Džemaili e Xherdan Shaqiri, concludendo con gli attaccanti Admir Mehmedi e Marko Arnautović. Di minor livello, probabilmente, l’apporto della Britannia, forse troppo impegnata a contenere i barbari lungo il Vallo di Adriano. Quattro pezzi da novanta su tutti: il sapiens defensor Tim Cahill, il Portiere Joe Hart, il jolly Wayne Rooney ed il bomber titolare, ovvero Jamie Vardy, scelto dall’exercitator proprio per la furia con la quale scende sul campo, molto simile a quella richiesta ai legionari dall’imperatore.

Importantissimo, infine, l’apporto del territorio si estende tra la Gallia e la Germania Occidentale, che oggi è suddiviso per l’appunto tra Germania Occidentale, Belgio, Paesi Bassi e Francia. Un territorio che regala alla Roman XI un centrocampista ed un portiere titolare: rispettivamente Paul PogbaManuel Neuer. Se il francese garantisce una fisicità ed una tecnica fuori dal comune, il secondo sarebbe l’unico germanico scelto dall’exercitator, nonostante sia nato nell’odierna Gelsenkirchen, strappato con le unghie e con i denti ai nemici germanici durante una sua partita casalinga al Bayern Monaco, al quale l’Impero ha concesso di disputare le partite nella regione romana del Norico. Un autentico strappo alla regola in linea con la storia della politica romana, voluto dall’exercitator della Roman XI nonché della sua attuale grex (piccolo indizio). La Germania Occidentale, tuttavia, è troppo vicina al limes con i nemici barbari per richiedere altri athletae a questa terra in continua tensione. Lo stesso discorso varrebbe per la Germania Nord Occidentale, impegnata a fronteggiare le minacce dei barbari di Scandinavia. Pochi pensieri invece per i galli, fornitori fidati di altri athletae per la causa romana: Hugo Lloris Captain, Karim Mostafa Benzema, N’Golo Kanté, Olivier Giroud, Antoine Griezmann, Dimitri Payet ed il sapiens defensor Patrice Evra, solo per citarne alcuni.

Giungiamo infine alla Penisola Italica. Qui l’exercitator compirebbe una scelta patriottica, ovvero quella di chiamare solamente romae romani, ovvero giocatori “romani de roma”, per tradurlo con l’odierno linguaggio locale. Pronto alla convocazione in caso di necessità sarebbe Alberto Aquilani, mentre due su tre convocati inamovibili sarebbero Daniele De Rossi e Alessandro Florenzi. Chi quindi l’ultimo titolare nonché capitano? Ovviamente Francesco Totti, simbolo della romanità e dell’Impero. E quale l’exercitator? Ovviamente Carlo Ancelotti, uomo che ha lasciato il segno nella Capitale così come in gran parte dell’impero, tra Penisola Italica, Britannia, Spagna, Gallia e Germania Meridionale.

Ecco quindi quella che costituirebbe la formazione titolare della Roman XI, priva chiaramente di alcun tipo di ratio tattica:

ROMAN XI (3-2-3-2): Neuer; Ramos, Benatia, Sokratis; Modrić, Pogba; Ronaldo, Mahrez, Salah; Totti, Vardy.

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Giornalista, ufficio stampa, social media manager e content creator genovese, nonché "minor" di pallacanestro. Appassionato di sport in ogni sua forma e colore. Esterofilo e curioso osservatore di politica e attualità. Fondatore di Liguria a Spicchi, sito sportivo dedicato alla pallacanestro ligure, nonché autore e conduttore di Liguria a Spicchi TV, in onda su Telenord. Collabora con l’ufficio stampa della Federazione Italiana Vela nel ruolo di social media manager, ricopre il ruolo di Responsabile Comunicazione del Comitato Regionale Liguria della Federazione Italiana Pallacanestro e di reporter per trasmissione calcistica televisiva Dilettantissimo, in onda su Telenord. Cura la comunicazione di attività commerciali e società sportive tra le quali il Ligorna, la terza squadra calcistica di Genova. Formatore nazionale del CISV, associazione internazionale di volontariato di cui è follemente innamorato.