#GENOVA2017 – Analisi della campagna di Paolo Putti, candidato di Chiamami Genova

Studio Fisioterapico Giovanni Gerbino
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PRIMA DI LEGGERE QUESTA ANALISI LEGGERE LE PREMESSE.

BIOGRAFIA. Studente di Fisica all’Università di Genova fino al 2002, ha lavorato come impiegato in un’azienda di materiali di pulizia a come educatore in una cooperativa sociale. Candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle nel 2012 e uscito dal MoVimento a gennaio per fondare Effetto Genova, sulla scia di Federico Pizzarotti a Parma.

PUNTI CHIAVE. Candidato sindaco nel 2012 con il MoVimento 5 Stelle, nel gennaio 2017 ha deciso di lasciarlo in aperta polemica con il nuovo corso. «Non sono più interessato e lo dico molto serenamente», dichiarava in un’intervista di Wanda Valli su La Repubblica, «questo MoVimento fatto di strategie comunicative così diverso da quando è nato non è il mio MoVimento». Da lì la fondazione di Effetto Genova, sulla scia del collega Federico Pizzarotti a Parma. Dopo vari sondaggi per ottenere un candidato sindaco nella lista civica alla fine è arrivata la scelta di candidarsi in prima persona, sostenuto principalmente da Effetto Genova e Possibile, nonché sostenuta Luigi de Magistris, sindaco di Napoli.

«Non voglio fare proclami magici», affermava durante un’intervista video su Fivedabliu, «vogliamo essere molto concreti». «Temo che il sindaco dovrà per prima cosa occuparsi della crisi AMIU», ammetteva lo stesso Putti durante un’intervista a Mentelocale, dichiarando che da sindaco avrebbe l’intenzione prima di tutto di «prendere in mano subito il bilancio previsionale del 2018 per lavorarci immediatamente», al fine di «fare una corretta e avveduta destinazione e pianificazione strategica» in quanto «sarà il documento fondamentale per trasformare i progetti in realtà».

Detto ciò, quale l’idea di Genova secondo Putti? Una descrizione importante è stata espressa durante un’intervista da parte della Lega Coop Liguria:

Una città che deve puntare soprattutto su quelle che sono le risorse principali secondo noi. Una città universitaria che coinvolga i centri di ricerca. Una città che utilizzi gli spazi, per la precisione 3 milioni di metri quadri di spazi utilizzabili. Una città che riesca ad essere amata dai turisti per il patrimonio culturale. Che riesca ad essere una città per i giovani rispetto all’impresa, con ragazzi che possano andare e tornare e giovani che si mettano insieme per progetti collettivi, come quello della cooperazione.

«Crediamo che l’impresa turistica sia fondamentale per il futuro di Genova», dichiarava Putti su Mentelocale. «Per questo bisogna investire su di una parallela crescita della qualità dei servizi turistici» per «far sì che chi viene abbia voglia di tornare». Una delle direzioni interessanti in questo senso presenti nel programma di Chiamami Genova è quella del «turismo sportivo, biologico e di trekking», così come «lo sviluppo del turismo congressuale cercando di semplificare i collegamenti internazionali e collaborando con l’Università e gli enti di ricerca».

Un rapporto, quello con imprese e ricerca, che è stato più volte sottolineato dal candidato sindaco. Questo il suo pensiero riguardo la prima tematica, espresso durante l’intervista a Fivedabliu:

Intendiamo assolutamente costruire un’alleanza forte con il mondo delle imprese, del commercio e dell’artigianato perché per le nuove prospettive che ci sono su Genova c’è bisogno fortemente di costruire con loro un binario per capire cosa deve avere oggi una città per essere attrattiva rispetto alle imprese, […] per capire di cosa hanno bisogno e come l’amministrazione può sostenerle.

Per quanto riguarda il mondo della ricerca, Putti ha dichiarato di credere veramente che «Genova possa essere una città per gli studenti e che abbia tutte le caratteristiche come un patrimonio abitativo enorme a disposizione». «Abbiamo tutto ciò che serve», continuava il candidato, «per cui è il momento di metterci lì per capire come mettere tutto insieme e come l’amministrazione possa creare l’humus che favorisca tutti». Un rapporto che deve assolutamente essere reciproco, in quanto l’obbiettivo è che «qualcosa venga immesso come prodotto sul mercato e che si creino start up sul nostro territorio». Dove? «Per esempio la Val Polcevera prima era tutta industria e ora non c’è più niente». «Il Comune non ha possibilità dirette di creare posti di lavoro», sostiene Putti, «ma può fare moltissimo per favorire e sostenere nuove e più stabili direzioni di impresa».

La popolazione di Genova ha un’età media in crescita e quindi l’obbiettivo è quello di renderla «un laboratorio europeo per la sperimentazione di politiche innovative per l’invecchiamento sano e attivo». Come fare ciò? Come sostenuto nel programma, l’obbiettivo è quello di «creare occasioni di socialità a contrasto della solitudine, sviluppare con l’aiuto delle associazioni tutte le forme di invecchiamento attivo ricreative, sportive e culturali». Quando gli è stato chiesto come si immagina il Centro Storico ha cercato di sintetizzare la sua idea in questo modo:

Provate a chiudere gli occhi e immaginarvi il centro storico come un fiorire di luci, colori, vetrine allestite di botteghe artigiane e commerciali: un vero centro commerciale diffuso fatto però di relazioni, con il tuo giornalaio con cui scambi le prime impressioni di giornata, il barista che ti coccola con il caffè, il laboratorio artigiano che fa quei dolci che sono nei dépliant del Comune di Genova sul turismo gastronomico perché sono così buoni. E poi spazi per la vita di quartiere, dove i bambini possano giocare a palla e correre come nei cortili di una volta, e altri spazi pieni di luci e atmosfera.

«Il Porto è la colonna portante del benessere economico della città», si legge nel programma, «ma ancora oggi è di fatto uno spazio separato rispetto alla città stessa e molte opere portuali avrebbero richiesto maggiore attenzione all’impatto sul territorio». Per questo il sindaco deve «sollecitare la programmazione di azioni che possano rendere l’attività portuale nel suo complesso più efficiente e competitiva ed attenuare l’impatto sul tessuto cittadino». Su Mentelocale ha infine affermato che «le scelte strategiche devono essere prese con prospettiva lunga e intelligente, consapevoli che il quadro mondiale è fluido e non fa sconti ed è in questo momento troppo concentrato in poche mani».

«La mobilità sostenibile è il futuro per ogni grande città europea», affermava il candidato sindaco sempre su Mentelocale, aggiungendo che «Genova ha pochi spazi ma questa è sempre stata una scusa per non mettersi a pensare a soluzioni vere e coraggiose». Quali quindi le soluzioni? Nel programma si parla, per esempio, di «riorganizzazione del traffico e della rete stradale al fine di velocizzare al massimo il transito dei bus tramite sistemi di regolamentazione “intelligenti”». Un tema, quello dei trasporti, che si intreccia largamente con quello dell’ambiente e della sostenibilità. Altri obbiettivi, dichiarati nel programma, sono infatti quelli della «promozione mobilità elettrica privata» grazie ad una «distribuzione capillare di postazioni di ricarica» e della «valutazione dell’opportunità di rinunciare all’acquisto di nuovi mezzi diesel».

Per quanto riguarda il verde cittadino, «occorre puntare sulla riqualificazione dell’enorme e vasto patrimonio dei giardini e parchi storici presenti a Genova sia procedendo al ripristino delle potenzialità interne all’amministrazione». Due esempi su tutti? «In questo ambito pensare alla creazione di un vero e proprio Polo della Botanica a Pegli», si legge nel programma, nonché «alla riqualificazione del Parco di Nervi». Per quanto riguarda l’attività ricreativa giovanile, «Chiamami Genova riconosce nei i centri sociali luoghi di confronto e stimolo per i giovani nei quartieri», proponendo sia «il recupero e la destinazione a scopo artistico e culturale di parte del patrimonio comunale», sia «il riconoscimento in ogni Municipio di almeno una piazza ad uso sociale».

Chiaro il punto di vista della lista circa lo scottante tema dell’immigrazione:

Le città che accolgono devono avere un ruolo programmatico nella definizione di corretti piani di accoglienza, che consentano di offrire possibilità a chi arriva e di non alimentare le paure di chi ci vive armonizzando l’impatto di eventuali flussi migratori.

«La prima cosa è smetterla di fomentare paure e timori», continuava Putti su Mentelocale, «cavalcandoli a fini politici». «È un problema di cui sebbene un’amministrazione locale abbia poca voce in capitolo», chiudeva, «ci si deve occupare e richiederne giuste riflessioni nazionali». Importante, infine, il tema della banda larga. «Vogliamo promuovere e coordinare gli interventi di tutti gli operatori pubblici e privati al fine di consentire a
tutti i cittadini, le cittadine e le imprese un accesso alla rete a banda larga», nonché «dotare la città di hotspot wifi ad accesso libero in tutti i luoghi pubblici, garantendo disponibilità e qualità del servizio».

Quale l’idea di lista civica che ha spinto Paolo Putti nella sua creazione? «Una lista civica che vuole raccogliere attorno a un progetto di città delle persone in gamba», ha affermato durante la sua presentazione, «che provengono da associazionismo, realtà varie, comitati e anche partiti perché non vuole chiudere alle esperienze di vita e partecipative». Un programma in cui hanno avuto grande voce in capitolo le idee dei giovani, le cui riunioni sono state aperte a chiunque avesse voluto partecipare, indipendentemente dall’iscrizione ai partiti.

BONUS/MALUS 📊

✔️ Programma a grande impatto sociale
✔️ Attenzione per la sostenibilità
✔️ Attenzione per la tecnologia
❌ Coperture economiche
❌ Inesperienza amministrativa

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About Matteo Calautti 3293 Articles
Giornalista, ufficio stampa, social media manager e content creator genovese, nonché "minor" di pallacanestro. Appassionato di sport in ogni sua forma e colore. Esterofilo e curioso osservatore di politica e attualità. Fondatore di Liguria a Spicchi, sito sportivo dedicato alla pallacanestro ligure, nonché autore e conduttore di Liguria a Spicchi TV, in onda su Telenord. Collabora con l’ufficio stampa della Federazione Italiana Vela nel ruolo di social media manager, ricopre il ruolo di Responsabile Comunicazione del Comitato Regionale Liguria della Federazione Italiana Pallacanestro e di reporter per trasmissione calcistica televisiva Dilettantissimo, in onda su Telenord. Cura la comunicazione di attività commerciali e società sportive tra le quali il Ligorna, la terza squadra calcistica di Genova. Formatore nazionale del CISV, associazione internazionale di volontariato di cui è follemente innamorato.